Riyadh – Un vento fresco soffia sul romanzo saudita grazie alla nuova generazione di scrittori che non esita a trattare argomenti delicati ed infrangere tabù in un Paese che impone la censura e proibisce teatro e cinema. Ma nonostante nel regno sia proibita la vendita di gran parte di questi nuovi romanzi, essi sono disponibili nei restanti Paesi arabi ed i sauditi li portano con sé di ritorno dai loro viaggi oppure se li procurano internet.
Il romanziere saudita Abdu Khal ha vinto, il marzo scorso, il premio Booker per il romanzo arabo (Internation Prize for Arabic Fiction) che viene assegnato ogni anno, grazie al suo libro “Lancia scintille” [ترمي بشرر] che racconta con crudezza le fasi dell'ascesa di un palazzinaro.
La narratrice saudita Badriyya al-Bashar ha detto all'agenzia francese France Press che “c'è un'intera generazione di scrittori che utilizza una lingua nuova, semplice e diretta per affrontare temi non trattati in passato, come il diritto della donna ad amare od a lavorare”.
La scrittrice, che ha recentemente pubblicato il libro “L'altalena” [الارجوحة] il quale racconta le vicende di tre donne saudite che provano a vivere “l'esperienza della libertà” in Europa, al di fuori delle regole saudite, aggiunge che “il romanzo è diventato una valvola di sfogo dato che ci permette di esprimere ciò che non osiamo dire e di infrangere le proibizioni”.
L'autrice fa notare che le protagoniste del suo romanzo “vogliono vivere il concetto di libertà come lo fanno gli uomini, attraverso alcol e relazioni sessuali, inasprendo però in tal modo la repressione e distorcendo il concetto di libertà”.
Come per altri romanzieri sauditi la vendita dei racconti di Badriyya al-Bashar è vietata in Arabia, con l'unica eccezione dell'annuale fiera del libro di Riyadh.
E durante la fiera la scrittrice ha venduto tutte le copie dei suoi romanzi.
Il romanzo “Ragazze di Riyadh” [بنات الرياض], pubblicato tre anni fa dalla giovane saudita Raja' as-Sana'an, ha rappresentato un vero fenomeno e ha dato il via ad un'ondata di romanzi audaci e semplici.
Il romanzo saudita è esistito anche prima di questa nuova generazione, soprattutto grazie allo scrittore Abd al-Rahman Munif (1933-2004), autore dell'opera in cinque volumi “Le città di sale” che racconta i cambiamenti profondi nella vita degli abitanti della penisola araba in seguito all'avvento del petrolio, nonché ai diplomatici e uomini politici Ghazi al-Qusaiby, Turky al-Hamad ed altri ancora.
Ma i romanzi contemporanei non esitano ad affrontare i problemi della società saudita, la cui vita quotidiana si trova schiacciata sotto il peso di un'eredità religiosa e sociale conservatrice.
Samar al-Muqrin racconta nel suo libro “Donne che rinnegano” [نساء المنكر] l'arresto di una donna e del suo amante da parte della polizia religiosa dopo essersi incontrati al ristorante.
Alcuni romanzi sono decisamente audaci nel descrivere le relazioni, come ad esempio “L'amore in Arabia Saudita” [حب في السعودية] di Ibrahim Badi, il quale racconta i dettagli delle relazioni intime all'interno di automobili o nell'angolo riservato alle famiglie di un ristorante. Oppure racconta di come gli uomini indossino il velo per potersi incontrare con le loro amate nelle case di queste ultime.
La stampa ha accusato alcuni scrittori di esagerare per raggiungere la fama, mentre Badriyya al-Bashar fa notare che la realtà supera di gran lunga quello che succede nei romanzi.
La narratrice Umaima al-Khamis sostiene che “il romanzo è stato testimone, negli ultimi due o tre anni, di grandi sconvolgimenti a causa dell'assenza di altri mezzi di espressione”.
L'ultimo romanzo della al-Khamis, che tratta di una ragazza saudita proveniente da un ambiente conservatore la quale decide di entrare nel mondo della medicina, è stato tra i finalisti del premio Booker arabo.
La scrittrice ricorda che molti giovani si sono rivolti al racconto per esprimere i propri pensieri e le proprie aspirazioni.
Tuttavia questo in alcuni casi può “riflettersi negativamente sul romanzo in sé, sulla sua estetica e sui suoi contenuti artistici, dal momento che l' essenza dell'opera è stata trasformata in una mera espressione di ribellione sociale e la massima aspirazione del dissenziente è rompere gli stereotipi, la consuetudine, portare lo scandalo dove c'è discrezione e silenzio” nei limiti di ciò che si può dire.
Dal canto suo lo scrittore Abdu Khal ha affermato che “il racconto è un'opera d'arte, non un articolo giornalistico o un pamphlet politico, anche se allo stesso tempo l'arte ha accompagnato tutte le rivoluzioni e i rinnovamenti”.
Khal sostiene che “l'arte è complice, se non leader, del processo di riforma che stiamo vivendo in Arabia Saudita, seppur lentamente”.
Dice inoltre che “noi scriviamo e produciamo in Arabia, ma offriamo quel che produciamo all'estero” aggiungendo che i film e le commedie saudite rappresentano il regno ai festival internazionali.
Prova del crescente interesse dei sauditi per la lettura è l'apertura recente, da parte di due ragazzi, di una libreria a Jedda unica nel suo genere nel Paese, comprendendo anche una biblioteca pubblica ed organizzando concerti ed incontri con gli scrittori.
Muhammad Jastaniyya (23 anni), uno dei titolari, dice: “vogliamo incoraggiare i sauditi alla lettura, volgiamo aprire uno spazio che permetta ai sauditi la lettura senza che siano costretti a viaggiare ogniqualvolta vogliano leggere”.
Il romanziere saudita Abdu Khal ha vinto, il marzo scorso, il premio Booker per il romanzo arabo (Internation Prize for Arabic Fiction) che viene assegnato ogni anno, grazie al suo libro “Lancia scintille” [ترمي بشرر] che racconta con crudezza le fasi dell'ascesa di un palazzinaro.
La narratrice saudita Badriyya al-Bashar ha detto all'agenzia francese France Press che “c'è un'intera generazione di scrittori che utilizza una lingua nuova, semplice e diretta per affrontare temi non trattati in passato, come il diritto della donna ad amare od a lavorare”.
La scrittrice, che ha recentemente pubblicato il libro “L'altalena” [الارجوحة] il quale racconta le vicende di tre donne saudite che provano a vivere “l'esperienza della libertà” in Europa, al di fuori delle regole saudite, aggiunge che “il romanzo è diventato una valvola di sfogo dato che ci permette di esprimere ciò che non osiamo dire e di infrangere le proibizioni”.
L'autrice fa notare che le protagoniste del suo romanzo “vogliono vivere il concetto di libertà come lo fanno gli uomini, attraverso alcol e relazioni sessuali, inasprendo però in tal modo la repressione e distorcendo il concetto di libertà”.
Come per altri romanzieri sauditi la vendita dei racconti di Badriyya al-Bashar è vietata in Arabia, con l'unica eccezione dell'annuale fiera del libro di Riyadh.
E durante la fiera la scrittrice ha venduto tutte le copie dei suoi romanzi.
Il romanzo “Ragazze di Riyadh” [بنات الرياض], pubblicato tre anni fa dalla giovane saudita Raja' as-Sana'an, ha rappresentato un vero fenomeno e ha dato il via ad un'ondata di romanzi audaci e semplici.
Il romanzo saudita è esistito anche prima di questa nuova generazione, soprattutto grazie allo scrittore Abd al-Rahman Munif (1933-2004), autore dell'opera in cinque volumi “Le città di sale” che racconta i cambiamenti profondi nella vita degli abitanti della penisola araba in seguito all'avvento del petrolio, nonché ai diplomatici e uomini politici Ghazi al-Qusaiby, Turky al-Hamad ed altri ancora.
Ma i romanzi contemporanei non esitano ad affrontare i problemi della società saudita, la cui vita quotidiana si trova schiacciata sotto il peso di un'eredità religiosa e sociale conservatrice.
Samar al-Muqrin racconta nel suo libro “Donne che rinnegano” [نساء المنكر] l'arresto di una donna e del suo amante da parte della polizia religiosa dopo essersi incontrati al ristorante.
Alcuni romanzi sono decisamente audaci nel descrivere le relazioni, come ad esempio “L'amore in Arabia Saudita” [حب في السعودية] di Ibrahim Badi, il quale racconta i dettagli delle relazioni intime all'interno di automobili o nell'angolo riservato alle famiglie di un ristorante. Oppure racconta di come gli uomini indossino il velo per potersi incontrare con le loro amate nelle case di queste ultime.
La stampa ha accusato alcuni scrittori di esagerare per raggiungere la fama, mentre Badriyya al-Bashar fa notare che la realtà supera di gran lunga quello che succede nei romanzi.
La narratrice Umaima al-Khamis sostiene che “il romanzo è stato testimone, negli ultimi due o tre anni, di grandi sconvolgimenti a causa dell'assenza di altri mezzi di espressione”.
L'ultimo romanzo della al-Khamis, che tratta di una ragazza saudita proveniente da un ambiente conservatore la quale decide di entrare nel mondo della medicina, è stato tra i finalisti del premio Booker arabo.
La scrittrice ricorda che molti giovani si sono rivolti al racconto per esprimere i propri pensieri e le proprie aspirazioni.
Tuttavia questo in alcuni casi può “riflettersi negativamente sul romanzo in sé, sulla sua estetica e sui suoi contenuti artistici, dal momento che l' essenza dell'opera è stata trasformata in una mera espressione di ribellione sociale e la massima aspirazione del dissenziente è rompere gli stereotipi, la consuetudine, portare lo scandalo dove c'è discrezione e silenzio” nei limiti di ciò che si può dire.
Dal canto suo lo scrittore Abdu Khal ha affermato che “il racconto è un'opera d'arte, non un articolo giornalistico o un pamphlet politico, anche se allo stesso tempo l'arte ha accompagnato tutte le rivoluzioni e i rinnovamenti”.
Khal sostiene che “l'arte è complice, se non leader, del processo di riforma che stiamo vivendo in Arabia Saudita, seppur lentamente”.
Dice inoltre che “noi scriviamo e produciamo in Arabia, ma offriamo quel che produciamo all'estero” aggiungendo che i film e le commedie saudite rappresentano il regno ai festival internazionali.
Prova del crescente interesse dei sauditi per la lettura è l'apertura recente, da parte di due ragazzi, di una libreria a Jedda unica nel suo genere nel Paese, comprendendo anche una biblioteca pubblica ed organizzando concerti ed incontri con gli scrittori.
Muhammad Jastaniyya (23 anni), uno dei titolari, dice: “vogliamo incoraggiare i sauditi alla lettura, volgiamo aprire uno spazio che permetta ai sauditi la lettura senza che siano costretti a viaggiare ogniqualvolta vogliano leggere”.
Articolo originale reperibile sul sito di al-Quds al-Arabi
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