giovedì 3 giugno 2010

Non siate tristi... è un grande risultato



di Abd el Bari Atwan, direttore del quotidiano al-Quds al-Arabi

E' certo che Benyamin Netanyahu, primo ministro israeliano, ed i membri dell'estrema destra del suo governo non immaginano quanto sia grande la vittoria che hanno regalato al popolo palestinese ed alle nazioni arabe e musulmane commettendo il massacro di “Freedom Flotilla”  nel mar Mediterraneo, uccidendo una ventina di attivisti e ferendone decine.
E' vero che abbiamo perso venti martiri in maggioranza turchi, ma abbiamo guadagnato settanta milioni di turchi alla principale causa musulmana, i quali hanno preso posizione con forza.
Il sangue turco ha stretto insieme le loro controparti algerina, palestinese e di più di cinquanta nazionalità diverse provenienti da tutto il mondo islamico e non; questo sangue è stato il detonatore per un risveglio massiccio in tutta la Turchia ed esibirlo potrebbe spingere molti a chiedere vendetta.
I massacri perpetrati da Israele, sia in terra, a Ghaza, che in mare, intercettando navi di aiuti umanitari, equivalgono alle decine di anni di sforzi e alle centinaia di miliardi che gli arabi ed i musulmani avrebbero potuto spendere per mostrare il volto sanguinario e l'arroganza degli israeliani a tutto il mondo.

Tutti i ringraziamenti vanno a quel gruppo di attivisti che hanno deciso di imbarcarsi per chi è intrappolato nella Striscia di Ghaza, a quei volontari civili che si oppongono ai soprusi israeliani con scatole di medicinali, sacchi di cemento e farina e bidoni di olio, e si rifiutano di ubbidire agli ordini dei pirati israeliani di tornare da dove sono venuti; hanno realizzato dei miracoli che nemmeno quegli eserciti arabi, per i quali sono state spese centinaia di miliardi di dollari in armamenti, formazione e approvvigionamenti, sono riusciti a compiere.

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Freedom Flotilla è questo dono venuto da Dio per far trionfare chi è prigioniero a Ghaza, un fulmine divino ha colpito Israele ed i suoi alleati nel tallone d'Achille.
Primo: ha rivelato il coinvolgimento ufficiale arabo con il blocco imposto alla Striscia di Ghaza, ha interrotto tutte le attuali operazioni di oscuramento ed inquinamento dell'informazione ed ha riproposto la questione palestinese, con un assedio di Ghaza non più al centro dell'attenzione.
Secondo: ha mostrato le reazioni civili internazionali e le opposizioni a questa invasione israeliana provenienti dai governi arabi, specialmente da quelli impegnati nei processi di pace con Israele che non si sono preoccupati delle condizioni degli intrappolati o dei martiri che hanno dato la vita per richiamare l'attenzione su di loro. Giordania ed Egitto per esempio si sono accontentati di convocare l'ambasciatore israeliano ad Amman ed al Cairo per protestare, proprio come Svezia, Norvegia e Spagna.
Terzo: per la prima volta vediamo la riconciliazione palestinese più vicina che mai, l'autorità di Ramallah ha condannato il massacro israeliano, ha dichiarato tre giorni di lutto per solidarietà con le vittime ed a chiesto una riunione d'urgenza del Assemblea generale ed un'altra del Consiglio di sicurezza internazionale. Questo significa che la riconciliazione reale può avvenire sul terreno della resistenza e non su quello della contrattazione e dei negoziati assurdi.
Quarto: l'arrembaggio ed il massacro riduco Israele al livello di pirati, con la differenza fondamentale che i pirati in alto mare non rappresentano un governo che sostiene di essere l'unica democrazia della regione e portavoce dei valori della civiltà occidentale. Ma cosa ancora più importante è che questi pirati si sono macchiati di omicidio e nel migliore dei casi compariranno dinanzi ai tribunali occidentali come criminali. Speriamo che gli israeliani, ed in particolare Ehud Barak che ha pianificato e Netanyahu che ha approvato, compaiano davanti ai tribunali internazionali come criminali di guerra.
Quinto: la sanguinosa operazione criminale israeliana è arrivata tempestivamente per redimere l'Iran  ed il suo presidente Mahmud Ahmadi Nejad, mostrando al mondo intero che è Israele e non l'Iran a minacciare la pace internazionale commettendo crimini contro l'umanità uno dopo l'altro.
Sesto: la reazione dei governi britannico e statunitense è stata troppo vergognosa, un segno di disonore per la loro storia, parteggiando per il massacro israeliano minacciano le vite dei loro soldati in Ira e Afghanistan, il governo britannico ha dovuto tacere accontentando l'amministrazione Obama che sponsorizza il processo di pace, esprimendo cordoglio per le vittime e dicendo di star lavorando per scoprire le “circostanze” che avvolgono questa tragedia.
Settimo: i volontari che erano a bordo della nave turca “Marmara”, gran parte dei quali erano deputati, politici e membri di organizzazioni umanitarie hanno dimostrato un coraggio eccezionale e meritano complimenti, hanno rifiutato di arrendersi ai commando israeliani che hanno assaltato la nave e li hanno aggrediti e hanno resistito con onore. Hanno difeso sé stessi e la loro dignità, hanno aspirato al martirio fermi come lance

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Molte lezioni si apprendono da questa vicenda gloriosa, la più importante è che la volontà è più forte di tutte le armi moderne ed avanzate e che la resistenza, in tutte le sue forme, di fronte ad un nemico arrogante che non rispetta i documenti e gli accordi è il modo migliore per raggiungere gli scopi proclamati di libertà, indipendenza e giustizia.
Questo gruppo si è sforzato ed ha creduto nei valori della giustizia che trionfa per i deboli, i reclusi e gli affamati, dando al mondo intero un nobile esempio di tenacia nel proseguire lungo il proprio cammino nonostante le numerose difficoltà, respingendo tutte le minacce, e gli atti di intimidazioni e terrorismo.
Il sanguinoso massacro israeliano che ha preso di mira il convoglio ed i suoi eroi segna l'inizio del conto alla rovescia per il crollo dell'aberrante regime israeliano di apartheid , così come segna l'emergere di una forza popolare araba ed islamica che supera i sistemi di collusione e la povertà artificiale e consolida l'unità dei popoli dietro le questioni di diritto e giustizia.
Ringraziamo il popolo turco e la sua forza vitale, ringraziamo anche il governo turco guidato da Recep Tayyip Erdogan e dal suo collega Abdullah Gul per aver aiutato il convoglio a rompere l'assedio ed avergli concesso i suoi porti come punto di partenza, un atto che la stragrande maggioranza dei Paesi arabi non ha compiuto, nemmeno i più importanti.
Infine non possiamo dimenticare o permetterci di trascurare lo sheykh Ra'ed Salah, il vescovo Kpoji e tutti gli altri notabili che hanno affrontato le pallottole israeliane con i loro cuori pieni di fede, che non si sono lasciati intimidire da aerei, bombe e proiettili; costoro sono simboli di umanità prima di essere simboli nazionali, speriamo stiano bene, così da poter continuare la marcia e proseguire ancora.
Gli abitanti della Ghaza intrappolata, quelli che hanno inventato le bombe umane, che hanno costruito razzi, che sono entrati nella “storia dell'ingegneria economica”per aver rotto l'assedio, che sono entrati nel cuore degli insediamenti e delle basi militari israeliane, quelli che in fila lungo la spiaggia ad accogliere gli eroi della Flotilla e la loro nave confidano ancor più nella giustezza della loro causa, che non è semplicemente rompere l'assedio ma ritornare ad Haifa, Jaffa, Ashkelon, al-Batany, Akko, Falluja, Gerusalemme e in tutti i più importanti luoghi della Palestina, costoro si sono resi conto di non essere isolati e che questo loro sogno si realizzerà molto presto.


L'articolo in arabo si può visionare sul sito di Tlaxcala

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