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mercoledì 22 dicembre 2010

Psyco M, polemica costruttiva? Rap arabo tra integralismo e lucide analisi.

La settimana scorsa mi sono imbattuto in Marionette, un brano di Psyco M (al secolo Muhammad al-Jandoubi), rapper tunisino.
La canzone in circa dieci minuti  esamina e correla diversi fenomeni, dal governo mondiale retto da società segrete all'uso strumentale di manovre economiche atte ad indebolire ed affamare intere nazioni, ricorda quanto fuorviante possa essere ritenere Bush e Omaba figure differenti in quanto aderenti alla stessa dottrina e rispondenti agli stessi ordini, denuncia l'influenza delle corporations nelle scelte politiche e fa un breve excursus della "carriera bellica" statunitense, dall'affondamento del Lusitania alle Twin Towers. Dopo aver descritto uno scenario in cui la propaganda è al servizio della guerra e quest'ultima è al servizio dell'economia, dopo aver messo in luce i reali problemi di un mondo che parrebbe alla deriva sospinto da interessi economici privati che affamano, derubano e uccidono innocenti il cantante si domanda, giustamente, come sia possibile credere alla propaganda dell'establishment che dipinge l'islam come il principale nemico dell'umanità.




martedì 26 ottobre 2010

Eduardo Galeano, la paura e la propaganda

Poco tempo fa ho malauguratamente (ma forse non tutti i mali vengon per nuocere) fatto la conoscenza di un gruppo di islamofobi agguerriti, ho provato ad avere una discussione con loro ma senza esito alcuno.
In un certo senso mi ha incuriosito la scoperta di questo settore della società con il quale, in fondo, prima d'ora mi ero limitato a piccoli battibecchi o a semplici sguardi di sufficienza e commiserazione (cosa della quale in realtà non vado molto fiero).
Mi sono chiesto quindi perché questa gente avesse una visione del mondo così distante dalla mia? Che esperienze terribili devono aver mai fatto per arrivare ad odiare a tal punto? Chi sono? Quanti sono?
Dicevo che dai tentativi di dialogo ne ho ricavato ben poco: ho rimediato insulti ed ho riscontrato da parte di molti di loro un'incapacità di leggere il dato reale. 
Mi sono sembrate persone paralizzate nelle loro posizioni da qualcosa di infinitamente più forte del raziocinio. Qualcosa che fa vedere loro l'Islam come il Male assoluto, come l'onda verde che travolgerà l'Europa bruciandone le chiese e sottomettendone tutti i liberi cittadini. 
Cosa può paralizzare un individuo a tal punto? La stessa cosa in grado di sopraffare la ragione: la paura. Ma la paura  per diventare un sentimento governabile dal potere ha bisogno di nutrirsi di propaganda. Una storia vecchia. Che dovremmo aver imparato...

Già, perché la storia dell'onda verde islamica che distruggerà l'Europa somiglia troppo da vicino alla marea rossa comunista che avrebbe divorato l'Occidente, la storia delle armi di distruzione di massa come casus belli ricorda terribilmente quella del Golfo del Tonchino, il sentimento di odio verso genti semitiche che professano un'altra religione è già stato vissuto dall'Europa più di una volta.
Odio, ignoranza e paura sono un cocktail micidiale. La propaganda è la miccia che il Potere può decidere di accendere in qualsiasi momento.
Anche io adesso ho paura...
Mi salverò semplicemente cercando di informarmi e di non cadere nel circolo dell'odio?

Comunque tutto quello che ho appena scritto, in fondo, è cosa che tutti ben sappiamo. Voleva semplicemente essere introduzione ad un discorso sul tema fatto da chi usa la lingua ed organizza il pensiero molto meglio di me: Eduardo Galeano.


P.S. Vi consiglio di guardarli tutti e tre fino in fondo, non vi fate spaventare dalla lunghezza (è pieno di pause) né dalla lingua (lo spagnolo uruguayo è simile all'italiano, fate finta di essere romani che devono capire un piemontese...;) )

Ringrazio Lucía per avermi segnalato il video.

venerdì 15 ottobre 2010

Imam omosessuali contro l'esclusione dei gay


Due imam dichiaratamente omosessuali hanno partecipato sabato a Parigi ad un'assemblea di militanti omo musulmani venuti da tutto il mondo ed in particolar modo dal Maghreb. Il loro messaggio: essere omosessuali e musulmani non è incompatibile. Che ne pensano i nostri teologi [la rivista è tunisina n.d.t.], conosciuti per la loro interpretazione tollerante dei testi dell'Islam?

sabato 15 maggio 2010

La crisi del pensiero religioso tra dinamismo ed immobilismo




di 'Abd ez-Zahra ar-Rakabi *



Non c'è dubbio che la crisi del pensiero religioso nell'Islam non ha consolidato nel devoto una fede chiara, e che si è confrontata esclusivamente con un livello elevato di discussione, finché gli anni cinquanta del secolo scorso hanno rappresentato l'inizio di un'epoca di incertezza e confusione nel discorso di rinnovamento religioso nella quale sono sorte due fazioni opposte ed inconciliabili. La prima fazione si affrettò a costruire il concetto o i concetti di rinnovamento, mentre l'altra si rifaceva all'istituzione religiosa tradizionale la quale rifiutava con forza la nozione [introdotta] dalla prima, reputandola estranea alla religione, alla nahda, al progresso e al patrimonio [culturale], non essendoci legami autentici tra questi concetti e gli aspetti sopraelencati , nella misura in cui riguardano l'eresia, l'innovazione e l'occidentalizzazione.

Allo scopo di chiudere le strade e le aperture ai sostenitori dei concetti e delle idee di rinnovamento (qualunque sia la nostra posizione riguardo questi concetti e queste idee) il partito di chi si opponeva a questa loro posizione cominciò a propagandare lo slogan «L'islam divino non si modernizza né si rinnova» senza addentrarsi in dispute articolate ed esposizioni minuziose in risposta a questi concetti ed al loro sviluppo, benché nello stesso tempo non perdesse occasione per lanciare invettive ed accuse di miscredenza ai rinnovatori per via delle loro divergenze di pensiero e dottrinali. Ciò contribuì ad alimentare la crisi invece di aprire dibattiti per avere scambi di idee utili e proficui circa le modalità del rinnovamento, i quali avrebbero potuto far incontrare o raccogliere gli interessati su questo o su quest'altro ambito.

L'islam come religione, spiritualità e sigillo delle profezie, non si limita ad un insegnamento rigido o ad una testimonianza conclusasi nel tempo. Quello che vogliono i sostenitori del rinnovamento non è un cambiamento o una trasformazione, piuttosto si cerca è attivare scienze ed idee, generarne un'ondata aperta ad ogni epoca, fase ed età. Questo aspetto interessa studiosi, ricercatori, pensatori e storici del nostro tempo. Tuttavia queste loro preoccupazioni, come abbiamo detto in precedenza, sono state affrontate con un discorso violento da parte di coloro che non vogliono “travasare l'acqua stagnante in questo o quell'estuario”.

Se il pensiero religioso ha incontrato nel percorso di rinnovamento fattori ed eventi accumulatisi, essi hanno avuto il ruolo di ridurne l'apertura, l'emancipazione e lo slancio nonostante gli studiosi delle cause e delle conseguenze di tale limitazione, e del conseguente isolamento in cui abbiamo vissuto fino ai giorni nostri, fossero a conoscenza di questi fattori e di queste eventi (e fossero in grado di poter reagire alle trappole dell'isolamento e dell'arretratezza), dato che uno studio su questo aspetto di liberalità dell'Islam afferma: la comparsa dell'Islam nel VII secolo d.C. ha costituito un grande punto di svolta nella storia dell'umanità, ha provocato la più grande rivoluzione e vitalità nella storia del Medio Oriente, ha rappresentato l'emergere di un nuovo significato rispetto ai concetti divini che lo hanno preceduto, riconoscendoli e considerando loro come un preludio e sé stesso come il messaggio conclusivo. In queste società ha fatto esplodere una grande vitalità ad ogni livello ed ha portato alla nascita di una delle più grandi civiltà dell'umanità, la quale ha spianato la strada alla civiltà occidentale moderna, alimentandola con idee, invenzioni e conoscenze utili.

Tuttavia il ricercatore Mohammed Sabila rettifica, sottolineando che agli inizi del decimo secolo questa vitalità si convertì in atrofia, sia come risultato di fattori interni (inerzia burocratica ed intellettuale, conflitti interni) sia come risultato di fattori esterni (espansione e diffusione geografica, attacco del proletariato straniero per dirla con Toynbee, ovvero attacco di Mongoli e Tartari e caduta di Baghdad...).

In parallelo il risveglio si manifestò in Europa a partire dal XV secolo attraverso il Rinascimento, la Riforma, le scoperte geografiche, le rivoluzioni politiche e lo sviluppo scientifico ed intellettuale, rendendo l'Europa occidentale il centro del mondo moderno e fonte di irradiazione e diffusione di una culturale universale, ponendo una grande sfida alle altre civiltà, prima fra tutte quella islamica. Senonché questa sfida venne raccolta nel XVIII secolo, come risposta all'espansione e alla ricerca di risorse e nuovi mercati da parte dell'Europa contemporanea in un quadro di occupazione e colonialismo.

Ovvero la modernità occidentale, raggiunta una seconda tappa del suo sviluppo, si trasformò in una forza militare occupante che impose il suo modello con la forza delle armi, fondendo insieme colonialismo e modernizzazione.

E' vero che si è voluto incentrare questo studio sulle sfide esterne ed interne, tuttavia nel nucleo dell'argomento non sono state menzionate le cause dell'arretratezza e dell'affievolirsi di questa vitalità che ha illuminato il pensiero e la prospettiva dei musulmani se non come riferimento occasionale e rapido, in modo da allontanare il ricercatore dal principale movente del rilancio islamico dedicando pagine negative e positive al vitalismo, mentre la causa effettiva era “l'atrofizzazione del pensiero religioso contemporaneo”. Nei fatti tutto ciò è assolutamente sistematico, non essendo questa idea in linea con gli sviluppi ed i cambiamenti, né aperta alle innovazioni ed alle conseguenti implicazioni e rotture.

Ma questo studio pregevole e dettagliato segnala alla fine del percorso la “causa delle cause” e indica con estrema chiarezza e certezza che “il problema dell'immobilismo del pensiero dei musulmani risiede nelle loro scelte culturali e politiche”.

In ogni caso la dinamica della riflessione religiosa all'interno dell'Islam in epoca contemporanea è stata determinata, come dice Braham Ghalyun, dal confrontarsi con le pressioni politiche, strategiche e culturali alle quali sono state esposte le società musulmane, nel contesto della globalizzazione e della guerra economica, volte alla ricerca dell'egemonia tra i blocchi mondiali. Così come sarebbe difficile definire il pensiero religioso senza separare la posta in gioco religiosa da quella politica, allo stesso modo sarebbe impossibile rinnovare il pensiero politico, estromettere gli orientamenti contrari e successivamente impedire la mobilitazione religiosa senza porre un limite alla guerra di civiltà, il che significa prima di qualsiasi altra cosa estendere oggi la cerchia di pressioni materiali e morali sulle società musulmane.



* scrittore iracheno


Articolo apparso su Dar al Hayat