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domenica 20 febbraio 2011

Translating is a political matter


Google translation tools can be very useful even sometimes they can hide curious tricks !!!

We propose you an interesting game....have fun !

- Go on google translator web page
- Set on the language bar english>arabic
- Now type : Americans are terrorists
                  Jews are terrorists
                  Arabs are terrorists

- Happy with the translation ???? 

Something is definitely wrong with it...! are you of the same advice ?

Just in case Google administrators will realize this curious "mistake", here is the picture of the web page after ours experiment : 




PS: for those who doesn't understand arabic the trick in the translation is the following :

- 'Americans are terrorists' as like as 'Jews are terrorists' is translated in arabic by google as : and ; off course this doesn't happened when you type 'Arabs are terrorists'; in this case Google translator perfectly works : Arabs are Terrorists !


Translated by Roberto Castronovo

sabato 19 febbraio 2011

La traduction est un acte politique

Juste quelques mots pour vous proposer un p’tit jeu...amusez vous bien!

- Allez sur la page de google translator

- Choisissez l’option anglais > arabe

- Ecrivez : Americans are terrorists
Jews are terrorists
Arabs are terrorists

- Maintenant controlez bien la traduction…

Quelque chose qui cloche? Oui, nous avons remarqué ça aussi…

Au cas où Google déciderait de corriger l'erreur, voilà la photo de la page…



La traduzione è un atto politico

In questi giorni il tempo è poco. Vado subito al dunque e vi propongo questo simpatico giochetto.
- Andate su google translator. Fatto?
- Impostate le lingue su "inglese>arabo". Fatto?
- Ora scrivete: Americans are terrorists


Jews are terrorists
Arabs are terrorists
- Controllate la traduzione.Fatto? Come? Qualcosa non torna? Pareva anche a me...


Nel caso quelli di Google decidessero di aggiustare il bug "fortuito" ho fatto una bella foto alla schermata...


P.S. Per chi non leggesse l'arabo nelle traduzioni di Google i risultati sono: "Gli americani non sono terroristi, gli ebrei non sono terroristi, gli arabi sono terroristi)

venerdì 9 luglio 2010

Uno dei più importanti hacker al mondo è tunisino

I 6000 siti piratati, la Palestina, le difficoltà a scuola e il denaro discusso


Firas Arfaoui, un nome tunisino che oggi fa parlare di sé un po' ovunque nel mondo. La BBC sostiene che il suo nome tunisino non sia che uno pseudonimo dietro al quale si nasconde un americano. La polizia londinese ha visto sventolare la bandiera tunisina sul suo sito, risultato di una sua operazione di pirataggio. Arfaoui conta 6000 siti piratati da solo in 4 anni, un numero maggiore di quanto fanno certi gruppi di hacker riuniti.



martedì 18 maggio 2010

Arabasta e la censura in Tunisia

Oggi volevo postare la traduzione di uno scritto apparso sul blog tunisino Arabasta. Quotidianamente la blogosfera tunisina soffre episodi di censura, il famigerato Ammar e le sue forbici tagliano e zittiscono giornalisti indipendenti e semplici blogger. In questi ultimi giorni è rimasto vittima di questi bavagli (per l'ennesima volta) il blog del redattore del giornale Essahafa, nonché membro dell'organo esecutivo del sindacato dei giornalisti tunisini, Zied el Heni, il quale è stato protagonista di una curiosa protesta.

Ecco il testo di Arabasta:


Continuerò

Perché sono convinto dell'inutilità della censura
Perché non vedo in me stesso una minaccia alla sicurezza e agli interessi del Paese
Perché non pubblico nel mio blog cose che violino la legge
Perché non pubblico notizie false
Perché rispetto l'intelletto dei tunisini
Perché riconosco la capacità dei tunisini di distinguere la pula dal frumento
Perché la libertà è più forte di tutti gli ostacoli del mondo
Perché la parola è tutto ciò che ci riunisce a questo mondo

Per tutte queste ragioni continuo a bloggare attraverso il nuovo indirizzo, pur conservando il sito originale, in attesa che i censori di internet rispettino il nostro intelletto e ci restituiscano il diritto di navigare in rete, come gli altri popoli del modo.