Faccio una premessa forse scontata ma fondamentale: non sono un giornalista, né pretendo minimamente di esserlo e questo mi da la possibilità di poter scrivere su queste pagine virtuali anche degli sfoghi assolutamente personali.
Questa settimana l'ho vissuta travolto da emozioni contrastanti (nonché da una febbre niente male) che hanno spaziato dalla amara soddisfazione per la prima manifestazione dell'8 alla tristezza causata dall'aver dovuto lasciare Tunisi proprio quella notte stessa, alla vigilia delle grandi manifestazioni di massa; dall'apprensione nel seguire gli avvenimenti in contatto costante con gli amici al timore che Ben Ali riprendesse in mano la situazione e facesse piazza pulita degli oppositori (e quindi anche di diversi miei affetti); dalla trepidante speranza in un rovesciamento del regime alla commovente e piena gioia quando abbiamo visto concretizzarsi questo sogno.
Oggi sono più confuso che mai. Io come gli amici oltre il Canale. Di giorno ci perdiamo in discussioni che riguardano il futuro del Paese, l'eventualità di creare una Costituente prima delle elezioni, la possibilità che partiti islamisti possano appropriarsi della rivoluzione e instaurare una nuova e più pericolosa dittatura, l'ambiguo ruolo dell'esercito, il decisamente più ambiguo ruolo dei disinformatori 2.0 che attraverso la rete cercano di seminare ancor di più il panico e tentano di confondere i cittadini rendendo vani i loro tentativi di auto-organizzarsi, ma soprattutto l'infame e disumana azione delle milizie rcdiste. Di notte si resta a chiacchierare finché il sonno non esige il suo tributo, cercando di far dimenticare che là fuori gruppi di bestie invasate fedeli al vecchio regime sfondano le porte delle abitazioni, saccheggiano le case, sparano, uccidono, bruciano, stuprano, liberano i criminali solo per generare il caos totale e preparare il ritorno di Ben Ali. Ma se è vero che fuori si aggirano questi gruppi di terroristi (perché quello che fanno è seminare terrore) è altrettanto vero che a difendere i rioni ci pensano i militari e, forse più efficacemente, i wled el 7oma, i ragazzi di quartiere armati di spade, bastoni, zappe e di qualche raro fucile. Ci si addormenta sperando che la notte passi tranquilla e al risveglio il primo pensiero è mettersi in contatto con tutti per sapere se disgraziatamente qualcuno manca all'appello.
E questo è solo il terzo giorno, quanto ancora dovrà durare questa situazione? Alcuni responsabili dell'esercito dicono che per giovedì dovrebbero essere in grado di riportare la situazione alla normalità. In tanti ci metterebbero la firma immediatamente.
Questa volta non ci saranno aggiornamenti in tempo reale perché da diverse ore in rete si fa ripetutamente appello agli utenti facebook affinché le comunicazioni non avvengano in modo pubblico ma si diffondano solo via chat per evitare che le milizie possano prendere delle contromisure.
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