“RCD dégage”. Il governo di coalizione che, neanche due settimane fa, ha lasciato la maggior parte dei ministeri in mano al partito del presidente deposto non ha accontentato la piazza. La Tunisia non ha cessato le proteste. Questa volta lo scenario delle manifestazioni è stata la qasbah dove centinaia di persone arrivate dalle zone più disagiate del paese con la “carovana della libertà” si sono accampate per chiedere le dimissioni del governo e aiuti economici adeguati.
La convivenza della carovana con gli abitanti della capitale ha rischiato, solo per un giorno, di dividere il paese: regionalismi radicati e rivendicazioni che volevano la rivoluzione solo di una parte del popolo non sono però riusciti a distruggere il sentimento di unione e solidarietà che, a detta di molti, si è creato all’indomani della caduta del regime. Sono sempre presenti elementi disturbatori che tentano di provocare la folla, di seminare il panico e di dividere la popolazione ma fino ad ora le diffidenze e le paure vengono superate. E’ la Tunisia nuova, unita dalla lotta. Proprio oggi pomeriggio un’iniziativa invitava chi abita in capitale a portare cibo e coperte per passare la notte a fianco dei “fratelli” che, da giorni, dormono all’aperto. Per portare a termine la rivoluzione, insieme.
E, insieme, hanno vinto ancora. E’ di pochi minuti fa l’annuncio ufficiale del rimpasto ministeriale promesso da giorni. Il primo a presentare le dimissioni, nel tardo pomeriggio, è stato il Ministro degli Affari Esteri, Kamel Morjane.
Poi, per tutta la serata, si sono rincorse voci secondo cui, con il benestare dell’UGTT, Ghannouchi dovrebbe mantenere la carica di Primo Ministro. Ma è l’unico. Alle 20:50 l’annuncio che tutti gli altri dodici ministri appartenenti al RCD lasceranno il governo.
RCD dégagé.
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