Non vorrei, con questo post, offrire uno spunto a certi cerebrolesi per dire che l'Islam sia inconciliabile con la democrazia o con il quieto vivere. Vorrei semplicemente e rapidamente riportare alcuni fatti registratisi in Tunisia questo fine settimana.
Una componente politica legata all'islam è scesa in piazza a Tunisi reclamando l'instaurazione del califfato (il giornalista Soufiene Chourabi ce ne offre una eccezionale testimonianza). La serietà di questa richiesta lascia, a mio modestissimo e personalissimo parere, il tempo che trova: non credo che incontrerà mai il consenso della società tunisina. E' però sacrosanto, in una democrazia che voglia definirsi pienamente tale (sulle definizioni di democrazia se ne potrebbe comunque discutere a lungo...), che tali posizioni abbiano una rappresentanza, essendo presenti nel Paese.
Differente è il discorso quando dall'arena del dibattito pubblico e della manifestazione pacifica del pensiero si passa ad azioni violente, degne di squadracce fasciste, come è avvenuto, a partire da venerdì, in diverse città tunisine come Beja, Qairouan e Jandouba quando gruppi di cittadini tunisini, mossi da spirito religioso, hanno preso di mira i bordelli, devastandoli e serrandone le porte.
Dopo queste città è venuto il turno di Soussa, dove una folla si è prima riunita sotto le mura del ribat al grido di "Con lo spirito ed il sangue riscatteremo l'Islam", per poi andare ad assaltare il bordello cittadino (in Tunisia i bordelli sono autorizzati dallo Stato, che effettua controlli sanitari e burocratici).
Io non condivido il pensiero politico di una certa parte, ad esempio gli islamisti, ed in una dialettica democratica rispetterò il loro punto di vista pur combattendolo tenacemente con i mezzi garantiti dalla costituzione.
Certi islamisti non condividono l'istituzione dei bordelli. Mi sembra più che legittimo. In una dialettica democratica li combatteranno tenacemente con i mezzi garantiti dalla costituzione.
Se invece queste persone preferiscono distruggere ed imporre le proprie idee con la forza allora mi pare che più che di islamisti si tratti di beceri fascisti, poco diversi da quel Ben Ali che tutto il popolo tunisino ha rovesciato.
Magari questa vignetta della bravissima e puntualissima Willis from Tunis riuscirà a ricordaglielo...
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