domenica 12 settembre 2010

Un'autobiografia per scrivere la storia israelo-palestinese

Un libro autobiografico rivela corruzione al Ministero dell'Istruzione israeliano

di Naji Zhahir

Un nuovo libro autobiografico rivela il degrado all'interno del Ministero dell'Istruzione israeliano ed il ruolo che ha avuto l'apparato di controllo israeliano nel creare la percezione della disfatta in generazioni di studenti e professori nelle scuole arabe .

Il libro, scirtto da Tamim Mansour del villaggio di Tira, porta il titolo “Il presente che è passato” الحاضر الذي مضى  ed è la seconda parte dell'autobiografia dell'autore. La prima parte porta invece il titolo di “L'ieri non muore” الامس لا يموت  ed è stata pubblicata anni fa.

L'autore, scrittore e sociologo, ha ottenuto una prima laurea in Storia del Medio Oriente contemporaneo ed una seconda in Storia della Palestina e Storia del popolo ebraico, presso l'università di Tel Aviv. Dice di sé di essere di fede cristiana e di credo nazionalista, nel 1984 fu tra i fondatori del Movimento Progressista e nel 1996 del Raggruppamento Democratico, ha scritto e pubblicato per diversi giornali nazionali ed esteri così come ha partecipato a numerosi seminari politici.

Nella premessa alla seconda parte del suo libro afferma che chi scrive un'autobiografia è come se vivesse due volte, svela tutti i suoi segreti e le sue carte. Citando le parole del celebre poeta tedesco J.W.Goethe “evocare la memoria è come evocare gli spiriti, ci sono pericoli e dolore, gioia e sofferenza”.

L'autore afferma che ciò che lo ha incoraggiato a dare alle stampe questa pubblicazione è stato il fatto che si erano aperte molte porte tra lui ed i lettori della prima parte, spiegando che le relazioni tra il lettore di un'autobiografia ed il suo scrittore sono più forti di quelle intercorrono tra un lettore di un libro ordinario ed il suo autore.

Il libro è composto da 206 pagine di piccolo formato, leggendo tra i suoi capitoli troviamo titoli come: dall'odore dell'aria alla prigione di Abu Kabir, il giorno della terra, Sadat in Israele, l'assassinio di Sadat, l'alleanza del Movimento Progressista, ecc.

Nell'introduzione al suo libro l'autore ci informa anche del ruolo avuto dai leader arabi della regione nel distruggere il tessuto di accordi e coesione tra le masse arabe, nonché il loro ruolo nell'inasprire scontri e conflitti settari e locali. Dice che il libro contiene fatti politici e sociali pieni di aneddoti importanti che meritano di essere registrati nella Storia. L'autore assicura che il libro non parla solo della sua esperienza ma punta le luci sulle personalità centrali che hanno giocato un ruolo importante nel definire il presente che è passato [il titolo del libro, qui citato, in questo caso si può tradurre con “ciò che siamo e siamo stati”, ndt.]. Ammette di non aver detto, nel suo libro, tutta la verità ma di aver almeno scritto solo la verità […].

Nella sua recensione al libro lo scrittore Abd ar-Rahim Sheikh Yusuf, conterraneo dell'autore, dice che il testo scrive la storia di un'epoca diversa da quella della sofferenza del paziente popolo palestinese, forse le verità che in esso pulsano ci riflettono il fatto che l'autore non ha scritto la cronaca della sua vita ma quella del suo popolo, non lasciandosi guidare dall'amore per sé stesso. La sua reale ispirazione è il popolo, della cui storia si è fatto portavoce.

[…]
Questo libro è stato stampato a proprie spese presso l'editrice Ibn Khaldoun di Tulkarem e la copertina è opera dell'artista irachena Nasrin. [...]
Il libro ha un'appendice di articoli politici, “Tizzoni nella cenere dei giorni” tra i quali compaiono “Il petrolio in Medio Oriente” del 76,  “La rivoluzione di Rashid Ali al-Kilani” del 78, “Gerusalemme attraverso i secoli” dell'89 e “Gerusalemme nell'Islam e l'Islam a Gerusalemme” del 92.



L'articolo originale è apparso a pagina 10 del numero odierno di Al Quds al Arabi

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