mercoledì 15 settembre 2010

Infiltrazioni israeliane tra i movimenti amazigh marocchini

Studio israeliano scommette su attivisti amazigh per promuovere un clima di normalizzazione in Marocco

Mahmoud Ma'rouf

Rabat – Al Quds al Arabi

Lo Stato ebraico scommette sugli attivisti amazigh marocchini per promuovere un clima di tatbi' [تطبيع, normalizzazione delle relazioni politiche e commerciali, ndt] tra arabi ed israeliani. Dopo essere riuscito ad infiltrarsi in quegli ambienti che reclamano pubblicamente un ritorno alla normalità  alcuni di questi hanno chiesto un'alleanza israelo-amazigh in funzione anti-araba .

In tal senso ultimamente hanno tentato di far prendere a gruppi di sedicenti amazigh le parti dell'ex soldato israeliano Noam Nir, proprietario di un ristorante ad Essaouira, il quale aveva accusato di antisemitismo alcuni militanti del gruppo marocchino per i diritti umani, rei di aver scandito in città slogan di condanna dell'entità sionista e di sostegno al popolo palestinese.

Ma i  [reali] militanti amazigh hanno risposto al difensore del sionismo Noam Nir pubblicando una serie di dichiarazioni che sottolineano il loro sostegno agli attivisti per i diritti umani ed al popolo palestinese contro il sionismo.

Un moderno studio israeliano, pubblicato dal cento Moshe Dayan dell'università di Tel Aviv alla fine di agosto, rivela i progetti israeliani per entrare nel movimento amazigh ed i suoi investimenti per accelerare il processo di tatbi' nei Paesi membri dell'Unione del Maghreb Arabo. Lo studio avverte che il più grande ostacolo alla normalizzazione nella regione è rappresentato fondamentalmente dai movimenti islamici e nazionalisti, i quali premono sui regimi dell'area affinché si arresti il cammino di regolarizzazione dei rapporti con Israele. La strategia israeliana per far fronte alla sfida è di scommettere sulle componenti non arabe per contrapporre al messaggio dei movimenti islamici e nazionalisti un messaggio differente.

Lo studio suggerisce quattro punti fondamentali ai fini del progetto: rompere i legami con la cultura arabo-islamica, aderire al modello occidentale e difenderne i valori, concentrarsi sulle reali problematiche interne ed infine abbandonare l'idea di ostilità nei confronti di Israele, idea radicata nel patrimonio storico e culturale, a vantaggio di un concetto di prossimità tra Israele e gli Amazigh.

Gli attivisti amazigh hanno visitato lo Stato ebraico il quale ha compiuto degli sforzi affinché rinunciassero all'ostilità nei loro confronti e spingessero per una normalizzazione dei rapporti nella regione, così come ha annunciato la formazione di associazioni di amicizia e fratellanza tra amazigh ed ebrei ad Agadir e ad al-Hoceima.

Lo studio ha rivelato nuovi dati sul cammino di normalizzazione dei rapporti tra Israele ed i Paesi del Maghreb Arabo ed ha sottolineato che il Marocco, nonostante la guerra del Libano, la guerra di Gaza ed il successivo attacco alla Freedom Flotilla, continua a mantenere relazioni economiche e commerciali con Israele. Sono stati individuati gli ambiti nei quali è attivo uno scambio economico  israelo-marocchino ed essi risiedono nella cooperazione alla sicurezza, nell'acqua, nella tecnologia per l'energia solare e per l'informazione e nel turismo. E' stata segnalata la presenza di grandi progressi per quanto riguarda la regolarizzazione del turismo, accertando il fatto che il Marocco sta traendo grandi profitti da questo settore.

Lo studio ritiene che il conflitto per quanto riguarda la questione del Sahara ostacoli il processo di normalizzazione israeliana in Algeria. Ha preso in esame il fatto che la lobby israeliana a Washington preme per l'abolizione degli aiuti destinati al Marocco, così come preme per sostenere la posizione del Marocco in Sahara al fine di accelerare il processo di tatbi' ed estenderlo ad altre aree. Lo studio ha raccomandato la necessità che Israele trovi una soluzione alla questione del Sahara in modo da ridurre le critiche mossegli dall'Algeria per via del suo appoggio al Marocco.

Il giornale marocchino “At-tajdid” ha affermato che le posizioni internazionali sono numerose e divergenti, tuttavia concordano sull'importanza della carta amazigh per rafforzare l'influenza straniera, le politiche di intrusione ed i legami con le posizioni dei poteri forti.

Il giornale espone “gli elementi del progetto israeliano di entrare come parte dell'equazione dopo che in passato lo si era mantenuto nascosto; la scommessa del progetto sul ruolo del discorso amazigh in funzione di contrasto agli arabi e ai musulmani in Marocco e la presenza di due attori civili amazigh disponibili ad avviare il tatbi'”. Suggerisce inoltre che “il fenomeno di normalizzazione da parte amazigh è un fenomeno marginale e superficiale che non differisce dagli altri tipi di normalizzazione che interessano diverse strutture ed elementi della società marocchina, causati da una dose di eccitazione connaturata ai berberi”.

Il giornale dice anche dell'altro, che il discorso israeliano scavalca la verità storica e la realtà marocchina, che riflette una profonda ignoranza delle posizioni reali degli amazigh, che hanno trafficato per vendere un'immagine irreale della propensione amazigh al tatbi' e renderli l'anello debole attraverso il quale estendere il fenomeno al Marocco, che le basi di questa visione si fondano su dichiarazioni ed comportamenti di una minoranza decisamente marginale la quale non ha legittimità di rappresentanza né può parlare a nome degli amazigh.

Tale scommessa è una scommessa persa, in fin dei conti non sarà questa la carta vincente nella guerra psicologica israeliana contro la regione.


Articolo originale consultabile sul sito di Al Quds.

L'articolo originale mi è stato segnalato dalla redazione di Tlaxcala ed a breve lo troverete disponibile anche sul loro sito.

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