domenica 5 settembre 2010

Banca Mondiale: i Paesi arabi ricchi hanno donato 272 miliardi di dollari di aiuti in 36 anni

Washington – Muhammad Khalid


La Banca Mondiale ha puntato i riflettori sugli aiuti forniti dalle nazioni arabe più ricche alle loro sorelle arabe e musulmane e a decine di Paesi poveri ed in via di sviluppo su tutti i continenti (in particolare Europa, Asia ed America Latina), allo scopo di combattere la povertà e sostenere lo sviluppo.


Una relazione pubblicata ieri e redatta da un grande team di esperti bancari specializzati nel coordinamento tra i fondi di sviluppo arabi ed il Development Assistance Committee dell'Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo ha accertato che i Paesi arabi donatori, vale a dire Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti, sono stati i più generosi a livello globale nel fornire aiuti ufficiali durante gli ultimi quattro decenni.

Il gruppo di ricerca ha sottolineato con una serie di conclusioni stimolanti che “gli aiuti arabi non destinati alla ricerca ed all'istruzione hanno giocato un ruolo importante nel finanziamento dello sviluppo a livello mondiale tra il 1973 ed il 2008”.
Ha osservato che i donatori arabi, nessuno di loro appartenente al Development Assistance Committee, hanno da soli fornito un terzo degli aiuti ufficiali a livello mondiale negli anni settanta del secolo scorso, data che rappresenta l'effettivo inizio dei finanziamenti allo sviluppo globale (Global Development Finance).

Secondo gli esperti della Banca Mondiale il volume degli aiuti ufficiali arabi in 36 anni circa ha raggiunto i 272 miliardi di dollari. Tra i donatori arabi l'Arabia Saudita, il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti hanno contribuito per circa il 90 per cento, con una cifra che ammonta al 1,5 per cento del reddito nazionale dei tre Paesi, più del doppio della percentuale standard stabilita dalle Nazioni Unite (0,7 per cento), e cinque volte la media dei 24 Paesi industrializzati membri dell'OCSE (0,3 per cento).

[…] Gli aiuti arabi hanno subito le conseguenze delle fluttuazioni del prezzo del petrolio, ma hanno sempre mantenuto una relativa generosità. La media fornita da Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati negli anni settanta è stata del 4 per cento delle entrate nazionali, quindi il tasso è sceso al 1,5 per cento negli anni ottanta, allo 0,8 per cento negli anni novanta e infine allo 0,5 per cento nel periodo 2000-2008. (Il reddito nazionale è aumentato di anno in anno e, di conseguenza, le basse percentuali non hanno modificato la quantità di soldi donati).

Gli esperti della Banca Mondiale in una nota aggiuntiva sulla generosità dei donatori arabi illustrano come gli aiuti arabi ufficiali rappresentino in media il 13 per cento del contributo totale degli aiuti forniti dai Paesi industrializzati nel periodo della ricerca e circa i tre quarti degli aiuti allo sviluppo forniti dai 20 Paesi non aderenti al  Development Assistance Committee, in particolare nel periodo 1991-2008.

Hanno inoltre sottolineato che la crisi finanziaria ed economica mondiale e la crescente spesa interna non hanno impedito ai principali donatori arabi di aumentare la media delle entrate nazionali destinate agli aiuti, portandole al livello degli standard internazionali (0,7 per cento), più del doppio della media dei Paesi industrializzati. In tal modo nel 2008 gli aiuti allo sviluppo dei Paesi arabi hanno raggiunto un volume di 6 miliardi di dollari.

Gli aiuti ufficiali arabi hanno visto estendersi il proprio ambito di azione non limitandosi più al mero finanziamento di progetti infrastrutturali, così come si è estesa l'area dei Paesi beneficiari, non più concentrata nei territori arabi ed islamici ma allargata ad un ampio numero di nazioni africane come il Burkina Faso, il Mali e il Senegal, asiatiche come la Mongolia, la Cambogia, il Nepal, lo Sri Lanka, ed il Vietnam e latinoamericane come Belize, Honduras e St. Lucia.

I donatori arabi hanno destinato negli anni 90 il 25 per cento dei propri aiuti allo sviluppo a Paesi poveri e a basso reddito, per raddoppiare nel decennio attuale sia questa percentuale che gli aiuti rivolti ai Paesi più poveri dell'Africa sub-sahariana.

C'è da dire però che 10 Paesi arabi e musulmani, cioè Siria, Egitto, Giordania, Marocco, Yemen, Sudan, Pakistan, Bahrein, Libano e Oman hanno ricevuto metà degli aiuti ufficiali arabi (136 miliardi di dollari). Siria ed Egitto da soli hanno ricevuto circa il 47 per cento della somma, seguiti da Giordania, Marocco, Yemen ed un gradino più sotto dal Sudan, mentre la media degli aiuti per Pakistan, Bahrein e Libano è di 4,5 miliardi di dollari.


Articolo originale visionabile su Al Hayat



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