Attentato in Afghanistan, muoiono dei soldati italiani.
Da dove cominciamo? Dal fatto che ogni volta che muore un soldato ci sono funerali di Stato mentre lo Stato sembra dimenticarsi dei 3 morti al giorno sul lavoro? Voglio dire quei quei soldati stavano lavorando... solo loro meritano onore e gloria?
No, non è questo che voglio porre alla vostra attenzione ma sono le parole della madre di uno dei caduti.
Riprendo da Repubblica.it:
Parla anche la madre di Luca Cornacchia, l'alpino rimasto ferito nell'attentato. "Mio figlio mi diceva: i talebani sono sempre in agguato", racconta la donna - è stato miracolato. E ora cerca sempre gli amici". Ed ancora: "Non manderei nessuno in Afghanistan, si risolvano da soli i problemi"
Signora, IL LORO PROBLEMA SIAMO NOI!!!!
P.S. Non scrivevo da quasi un mese ed oggi addirittura due articoli (se così si possono chiamare), sto cercando di farmi perdonare l'assenza...
9 commenti:
Due gli aspetti distinti.
Il fatto che tutti i caduti sul lavoro dovrebbero ricevere la stessa attenzione è tendenzialmente giusto. Si può anche aggiungere che mentre un povero operaio va a lavorare con la tranquillità di tornare a casa perché in teoria il suo lavoro non dovrebbe comportare rischi mortali, non è lo stesso per un militare che nel momento in cui sceglie il suo lavoro mette in conto che ci sono rischi da correre. Ci sono due cose però a cui stare attenti. La prima è evitare le semplificazioni. Si tratta sempre di morti sul lavoro, è vero, e si tratta sempre di persone che meritano il massimo rispetto, ma ci sono differenze significative. Da un lato, come ho detto, la morte di un militare non può essere considerata un evento altrettanto grave della morte di tre operai intossicati, proprio perché è in un certo senso messa in conto. Con questo non sto affatto dicendo che vada supinamente tollerata: se queste morti sono dovute a regole d'ingaggio sbagliate, ad armamenti non adeguati, e non mi riferisco alle bombe sugli aerei, a una preparazione non adeguata, ad una sicurezza non ottimale, è giusto e doveroso parlarne. (Si tratta in tutto di un discorso ipotetico, non ho idea di come sia la sicurezza in Afghanistan per le truppe che operano). Dall'altro lato bisogna anche tenere conto che proprio per le ragioni che ho espresso, la morte di un soldato non è un incidente ma, perdonami la terminologia, una specie di sacrificio (non era mia intenzione essere così retorica ma davvero non riesco a trovare parola migliore) e come tale deve avere una rilevanza diversa.
In definitiva: io vorrei il Presidente Napolitano presente a tutti i funerali di morti sul lavoro in Italia, così magari si rende conto delle dimensioni di questo fenomeno, e vorrei anche la bandiera sulle tombe di queste persone che ogni giorno muoiono a causa dell'incompetenza della Repubblica che li dovrebbe proteggere, ma vedo anche le differenze tra le due diverse ipotesi. Il secondo punto a cui bisogna prestare attenzione è il come e il quando si usa un certo argomento. Un'obiezione come questa l'avrei trovata più adeguata se fosse morto appunto un operaio, fatta ora che sono morti dei soldati ha un po' il sapore del gioco al ribasso, della serie, ma che sono tutte queste sceneggiate. Però questo può essere anche solo dipendente dalla mia sensibilità personale, quindi non prenderlo come un rimprovero, è più che altro voler condividere le riflessioni sull'argomento.
Secondo punto: non penso che il problema degli afghani siamo noi, proprio per niente. Noi siamo parte del problema, e ci stiamo rivelando ipocriti ed assolutamente incapaci di trovare una soluzione, ma il vero problema sono i talebani. Se io oggi come oggi non sono convinta che il ritiro dall'Afghanistan sia una soluzione ottimale è proprio perché temo quello che potrebbe succedere dopo, quando il paese ricadrebbe in mano a questi soggetti. Penso spesso alla Cambogia: anche in quel caso gli Americani non avevano nulla da fare lì ed anche in quel caso fecero più danni che altro, ma quando se ne andarono Pol Pot massacrò due milioni di cambogiani, e il mondo non fece nulla per impedirlo. In questo caso possiamo fare qualcosa, facciamolo: se poi mi dici che quel che stanno facendo ora gli eserciti in Afghanistan è molto lontano dall'obiettivo di portare stabilità e democrazia, io purtroppo non posso che pensarla allo stesso modo.
Cami, finalmente ci si incontra.
Allora, è giusto che tu sappia che io non sono prolisso, anzi forse estremamente conciso.
Andiamo con ordine:
1- Riguardo il primo aspetto mi sembra che abbiamo punti di vista abbastanza vicini, ma come scritto in principio non è di questo che volevo parlare.
2- Nella premessa ho citato Spinoza.it quasi a voler marcare il tono satirico dell'articoletto (che in realtà è un semplice sfogo) ma mi rendo conto di non essere stato abbastanza chiaro, mea culpa.
Ma restando sul tema quando dici che il problema degli afgani "non siamo noi, proprio per niente, il problema sono i talebani" mi sento in dovere di spiegarmi meglio.
I talebani possono essere un problema per gli afgani ma noi non siamo la soluzione. Personalmente ritengo che il berlusconismo sia un problema per l'Italia ma non vorrei mai che gli Inglesi venissero a casa mia a impormi la soluzione, specialmente quando so che in cuor loro vogliono soltanto mettere le mani sul patrimonio nazionale (vedi i fatti del 91-92 e del Britannia).
Ammettere che i talebani siano il vero problema degli afgani equivale a dire mezza verità: i talebani sono il vero problema dell'elité euro-americana, i talebani avevano strozzato il mercato mondiale dell'eroina privando certi galantuomini al servizio della corona e dei suoi sottoposti di proficue entrate, i talebani non avrebbero permesso la costruzione di oleodotti fondamentali per le nostre economie alle ridicole condizioni neo-colonialiste che siamo soliti imporre agli altri Paesi della regione.
E' abbastanza chiaro che a noi di portare la democrazia in Afghanistan non ce ne frega niente... già scarseggia a casa nostra, figuriamo darla ad altri.
3- Non capisco quando dici "temo quello che potrebbe succedere dopo, quando il paese ricadrebbe in mano a questi soggetti". Davvero cosa potrebbe succedere di peggiore? A me non risulta che i talebani abbiano mai fatto tanti morti quanti ne ha fatti la guerra, non c'è paragone, e sottolineo non c'è paragone. E poi in fondo noi non eravamo lì per al-Qaida? (Resta da capire cosa sia al-Qaida, se esista ancora, se sia mai realmente esistita una organizzazione terroristica mondiale differente dalla Spectre).
Spero di essermi spiegato meglio.
Ciao.
Ciao Gianguido, non trovo scandaloso il tuo commento anzi lo trovo naturale.
Il problema non sono gli agguati ai nostri soldati, il problema e' che la Nato sta occupando uno stato sovrano.
I talebani fanno parte dell'afghanistan. stop.
Da quando sono tornati gli ameregani la coltivazione dell'oppio e' decuplicata.
Basta guerre per conto terzi.
PS
pubblico l'articolo su Israele sul laboratorio nei prox giorni
vienici a trovare
;-)
Cami capisco i tuoi dubbi.
Ma leggiti qualche articolo vario sull'afghanistan prima del 1979
o guarda qualche foto di inizio secolo.
prima insomma delle invasioni URSS USA...
Sono un po' assonnata e il discorso è lungo, quindi lo sintetizzo: non lo so chi è il male minore. Sono forse un po' anima candida ma credo che se la missione fosse condotta come si deve, facendosi percepire dalla gente come aiutanti e non come usurpatori, l'Afghanistan potrebbe davvero migliorare. So anche che però così non è stato finora.
Magari approfondisco domani. Buonanotte a tutti.
@laboratorio
Sintetizzi benissimo, a mio parere, dicendo "Basta guerre per conto terzi".
Verrò sicuramente a trovarvi ;)
@Cami
Buonanotte e a presto, spero.
ehh si, è risaputo che prima dell'invasione l'afghanistan era secondo solo alla finlandia come benessere e diritti civili
www.maurod.ilcannocchiale.it
Scusate il mio ultimo commento, oggi non ho preso le mie medicine. Perdonate la mia enorme stupidità.
www.maurod.ilcannocchiale.it
:)
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