venerdì 16 luglio 2010

In Iraq i Paesi arabi latitano a differenza di Iran e Turchia

Zebari: la presenza araba è assente, Iran e Turchia competono per l'Iraq


Washington – Hisham Melhem


Il ministro degli esteri iracheno Hoshayr Zebari ha sollecitato i Paesi arabi ad intensificare la loro presenza diplomatica a Baghdad, in un incontro con alcuni giornalisti arabi ed americani ha detto che certi Paesi arabi stanno attendendo la formazione di un nuovo governo iracheno prima di muoversi in tal senso. Ha poi aggiunto: “Francamente alla competizione per avere un posto nel futuro dell'Iraq al momento partecipano due Paesi non arabi: l'Iran e la Turchia, mentre la presenza araba è assente. Questo è il messaggio che abbiamo portato ai leader arabi nelle rispettive capitali. E questa è anche la causa principale che sta dietro i notevoli sforzi dell'Egitto per avere una rappresentanza in Iraq”.



A tal proposito Zebari a risposto ad una domanda di En-Nahar: “Abbiamo notato un atteggiamento più positivo dai sauditi per quanto riguarda i progressi dell'Iraq e le sue nuove realtà; recentemente il re Abdallah si è incontrato con numerosi leader iracheni sunniti, sciiti e curdi, prova che i sauditi hanno a cuore quanto accade in Iraq. Questo prima succedeva”. Ha osservato che i sauditi attendono la formazione del nuovo governo, la sua natura e chi vi parteciperà e “forse si muoveranno in direzione di un alleanza con l'Iraq”.


Per quanto riguarda il ruolo della Turchia in Iraq ha detto: “La Turchia sostiene con forza il blocco iracheno, il blocco che rappresenta i sunniti ed i loro partiti. Lo sostiene pubblicamente ed ha anche l'appoggio dei Paesi arabi, in particolare del Majlis at-ta'aun al-khalijii (l'Assemblea per la cooperazione del Golfo)... prima delle elezioni dissi che queste non sarebbero state elezioni irachene ma regionali. La maggior parte dei nostri vicini sostiene candidati diversi”.


Riguardo ai rapporti con la Siria ha detto che la delegazione inviata dalle Nazioni Unite per indagare sul ruolo che hanno avuto gli ex-baathisti iracheni residenti in Siria negli attentati terroristici in Iraq sta ancora studiando la questione. Ha assicurato che l'Iraq non ha alcuna intenzione di veder deteriorate le proprie relazioni con Damasco e che il suo governo vuole “rapporti normali basati sul reciproco rispetto, cosa che dipende da entrambe le parti, deve essere anche la Siria a dimostrare agli iracheni di volere un rapporto stabile con loro”.


Ha detto di aver discusso con il Segretario di Stato americano Hillary Clinton la questione delle sanzioni all'Iran e, benché abbia detto che le sanzioni influenzeranno negativamente le relazioni commerciali ed economiche tra i due Paesi, ha assicurato che il suo governo rispetterà le decisioni del Consiglio di sicurezza al riguardo.




L'articolo originale è disponibile sul sito del quotidiano En-Nahar.

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