mercoledì 15 giugno 2011

Riprendono le trasmissioni

E' passato più di un mese dall'ultimo post pubblicato. Mai era accaduto che le pagine di Canale di Sicilia restassero a digiuno così a lungo.
Possiamo dire che da quando sono tornato a Tunisi non ho praticamente scritto nulla. Eppure ero convinto che una volta arrivato avrei potuto attingere ad una quantità tale di informazioni da avere materiale utile per mesi e mesi. Ed invece...

Invece è successo che quanto più mi sforzavo di capire approfonditamente cause ed effetti della rivoluzione, meno riuscivo a comprendere (e questa dinamica è valida tutt'ora, quindi non aspettatevi analisi di alcun tipo). Più dati mettevo insieme, più persone contattavo, più punti di vista approcciavo e più il puzzle si faceva complesso, sfumato, indecifrabile.
La spallata definitiva alla mia autostima l'hanno data le orde di documentaristi che hanno affollato le vie della capitale, sostituendosi ai turisti. Gruppetti di due, tre o quattro persone che nell'arco di un paio di settimane, spesso anche meno, presi dalle fregole giornalistiche, hanno intervistato esponenti di partiti ed associazioni con lo scopo di confezionare frettolosi reportage per il pubblico europeo. Gente completamente digiuna di mondo arabo, che non conosce assolutamente la realtà tunisina (che è veramente, ma veramente complessa) giocava ad interpretare un momento storico complesso, come una rivoluzione, senza avere la minima idea di cosa stesse accadendo intorno a loro.
Di fronte a questa situazione mi chiedevo come fosse possibile che io, che modestamente ritengo di essere abbastanza integrato nei tessuti sociali tunisini (il plurale è d'obbligo), non riuscissi a scrivere una sola riga mentre degli alieni in pochi giorni fossero capaci di buttare giù addirittura un documentario. 
La risposta poteva trovarsi nel fatto che forse non fossi così sveglio come pensassi, che in fin dei conti non ho la forma mentis di un giornalista, capace di comprendere e sintetizzare rapidamente gli eventi.
Mi ha consolato, invece, notare come anche i tunisini, tassisti e docenti universitari, intellettuali e baristi, artisti e fruttivendoli, non fossero in grado di capire cosa stesse accadendo al loro Paese. Mi sono sentito meno solo...

Una volta preso atto del fatto che o la rivoluzione è troppo complessa o io non sono all'altezza di comprenderla, ho preso la seguente decisione (e spero che gli amici di Islametro non me ne vogliano): da questo momento, e fino a data da definirsi, Canale di Sicilia non si occuperà della Tunisia post-rivoluzionaria con analisi serie e "accademiche" ma tuttalpiù con riflessioni leggere sulla vita quotidiana, e su come sia cambiata dalla fuga di Ben Ali.
Lettore avvisato, mezzo salvato!

6 commenti:

Camilla ha detto...

Nei momenti di crisi, ho pensato che il filtro personale attraverso cui raccontare la realtà fosse ottimo. E mi ci sono affidata volentieri. Quindi credo sia una buonissima idea ... e poi basta che qualcosa scrivi.

Daniela ha detto...

Raccontare il quotidiano può essere un buon modo di recuperare le tessere che,alla fine, comporranno il mosaico.

Lorenzo ha detto...

e perché mai dovremmo? :-)

Giorgioguido Messina ha detto...

@Lorenzo
Beh, diciamo che Islametro non ha un taglio propriamente "cazzaro". Il mio timore sarebbe quello di sembrare un po' fuori luogo ;)

Les Italiens de Carthage ha detto...

Non possiamo che non esser piu' d'accordo. Nulla nella rivoluzione, ne quanto meno nel suo post, puo' esser ridotto ad una breve analisi. Abbiamo appena ultimato un libro intero e non ci sembra i aver scritto o capito abbastanza. Continua a scrivere e speriamo di conoscerti a Tunisi!

Giorgioguido Messina ha detto...

Non appena ritroverò la vena mi rimetterò a scrivere, inchallah!
E chissà che non ci si incontri a Tunisi, benché io non frequenti quasi mai Carthage.