domenica 10 luglio 2011

Rijal fi shams

Con l'arrivo della bella stagione e dell'estivo sole cocente, compaiono un po' ovunque per le vie di Tunisi. No, non sono gli scarafaggi, ma gli enormi manifesti pubblicitari di una nota ditta di cosmetici.
Io, come gran parte di tutti noi, sono sempre stato abituato ad assistere, in questo periodo, ad un susseguirsi di réclame che ci invogliano a d avere una pelle dorata. E' spettacolo comune vedere in estate, sui nostri litorali, centinaia di esemplari delle specie homo sapiens spiaggiarsi e agonizzare sotto i raggi del sole per ore, con il solo scopo di poter sfoggiare al termine delle vacanze un corpo abbronzato. Questo perché un corpo abbronzato, oltre ad essere “indubbiamente” più affascinante, comunica agli altri membri della specie un messaggio chiaro: sono stato in vacanza e non ho fatto nulla se non rilassarmi. In questa equazione la variabile “tempo trascorso ad oziare” è direttamente proporzionale ai toni di colore acquisiti, per cui andremmo da un bianchiccio “ho lavorato come un  mulo, non mi parlate delle vostre ferie” ad un più-che-mulatto “Professione girasole”.
Ma prima di perdermi in deliri poco pertinenti è meglio chi ritorni al punto di partenza.

 Dicevo dei manifesti pubblicitari. Ebbene, è sufficiente attraversare il mare in direzione sud per scoprire come le stesse ditte che da noi promuovono l'immagine di corpi bronzei  e ci propinano creme ed oli abbronzanti, qui vendano prodotti in grado di schiarire la pelle di almeno due toni. 


 Mentre noi cerchiamo di somigliare agli arabi, beninteso, solo per quanto riguarda  il colorito estivo, le donne arabe si sforzano nel mantenersi bianche, a costo di indossare quanti lunghi che proteggono mani e braccia dai capricci di una pigmentazione volubile.
 
Sembrerebbe quindi che l'essere umano non sia mai soddisfatto della propria condizione e cerchi sempre di essere altro da sé.
E' forse per questo che mi trovo dall'altra parte del Mediterraneo, vittima dell'insoddisfazione e di una nemesi che mi costringe a bramare un contratto ed un permesso di soggiorno, lavoratore europeo sottopagato in Tunisia.

 Ma felice e bianchiccio, con un cappello di paglia che mi protegge il volto dai raggi di un sole indifferente a i nostri crucci!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie, bell'articolo, divertente

una lavoratrice europea sottopagata in Tunisia

Anonimo ha detto...

patetico

Giorgioguido Messina ha detto...

Che cosa trovi patetico esattamente?