mercoledì 23 febbraio 2011

Dal Kirghizistan alla Libia, con scalo al Cairo

In aprile scoppiava la rivoluzione kirghiza, in quel piccolo Paese dell'Asia centrale la gente scendeva in piazza e rovesciava un governo repressivo e corrotto. 
Diversi analisti arabi guardarono a quei fatti con un misto di ammirazione ed invidia, chiedendosi se mai i popoli arabi sarebbero stati capaci di fare altrettanto. Abd el Bari Atwan, le cui parole varrebbe la pena rileggere, parlava a tal proposito di una lezione che governanti e popoli arabi avrebbero dovuto trarre dal coraggio kirghizo. Certo, diceva, il Kirghizistan è una piccola nazione, poco popolata, incomparabile con l'Egitto. Eppure sembrerebbe che anche gli egiziani, dopo aver imparato la lezione, siano stati capaci di rovesciare il governo.
La Libia ha la stessa popolazione del Kirghizistan. Il suo popolo è sceso in piazza. Ora tocca ai suoi governanti essere in grado di leggere la Storia.

domenica 20 febbraio 2011

Translating is a political matter


Google translation tools can be very useful even sometimes they can hide curious tricks !!!

We propose you an interesting game....have fun !

- Go on google translator web page
- Set on the language bar english>arabic
- Now type : Americans are terrorists
                  Jews are terrorists
                  Arabs are terrorists

- Happy with the translation ???? 

Something is definitely wrong with it...! are you of the same advice ?

Just in case Google administrators will realize this curious "mistake", here is the picture of the web page after ours experiment : 




PS: for those who doesn't understand arabic the trick in the translation is the following :

- 'Americans are terrorists' as like as 'Jews are terrorists' is translated in arabic by google as : and ; off course this doesn't happened when you type 'Arabs are terrorists'; in this case Google translator perfectly works : Arabs are Terrorists !


Translated by Roberto Castronovo

sabato 19 febbraio 2011

La traduction est un acte politique

Juste quelques mots pour vous proposer un p’tit jeu...amusez vous bien!

- Allez sur la page de google translator

- Choisissez l’option anglais > arabe

- Ecrivez : Americans are terrorists
Jews are terrorists
Arabs are terrorists

- Maintenant controlez bien la traduction…

Quelque chose qui cloche? Oui, nous avons remarqué ça aussi…

Au cas où Google déciderait de corriger l'erreur, voilà la photo de la page…



La traduzione è un atto politico

In questi giorni il tempo è poco. Vado subito al dunque e vi propongo questo simpatico giochetto.
- Andate su google translator. Fatto?
- Impostate le lingue su "inglese>arabo". Fatto?
- Ora scrivete: Americans are terrorists


Jews are terrorists
Arabs are terrorists
- Controllate la traduzione.Fatto? Come? Qualcosa non torna? Pareva anche a me...


Nel caso quelli di Google decidessero di aggiustare il bug "fortuito" ho fatto una bella foto alla schermata...


P.S. Per chi non leggesse l'arabo nelle traduzioni di Google i risultati sono: "Gli americani non sono terroristi, gli ebrei non sono terroristi, gli arabi sono terroristi)

martedì 15 febbraio 2011

Fascisti tunisini, che bordello...

Non vorrei, con questo post, offrire uno spunto a certi cerebrolesi per dire che l'Islam sia inconciliabile con la democrazia o con il quieto vivere. Vorrei semplicemente e rapidamente riportare alcuni fatti registratisi in Tunisia questo fine settimana.
Una componente politica legata all'islam è scesa in piazza a Tunisi reclamando l'instaurazione del califfato (il giornalista Soufiene Chourabi ce ne offre una eccezionale testimonianza). La serietà di questa richiesta lascia, a mio modestissimo e personalissimo parere, il tempo che trova: non credo che incontrerà mai il consenso della società tunisina. E' però sacrosanto, in una democrazia che voglia definirsi pienamente tale (sulle definizioni di democrazia se ne potrebbe comunque discutere a lungo...), che tali posizioni abbiano una rappresentanza, essendo presenti nel Paese.

Algeri: manifestazione tra polizia, avvocati novantenni e musicisti

UN PRIMO PASSO PER IL CAMBIAMENTO


Il Coordinamento Nazionale per il Cambiamento e la Democrazia (CNCD) denuncia la repressione sproporzionata della manifestazione. Numerosi politici hanno risposto, ieri, all’appello per la marcia.


Un’aria da “Maydan Attahrir”, l’eroica piazza della Liberazione cairota: ecco a cosa somigliava la piazza 1°maggio ieri. Militanti politici, associazioni, sindacalisti, disoccupati, quadri, funzionari, donne, molte donne, artisti, studenti, universitari, pensionati, adolescenti, ragazze giovani, anziani, laici, islamisti, comunisti, “facebookisti”, senza fissa opinione: la piazza era vivace, fremente, piena di quella esaltazione rabbiosa delle città fiere.
Erano diverse migliaia a rispondere all’appelli del Coordinamento Nazionale per il Cambiamento e la Democrazia (CNCD) investendo, nelle prime ore della giornata, la piazza del 1° maggio, da dove partire la marcia per poi dirigersi a piazza dei Martiri. Una marcia per la libertà repressa con brutalità ma trasformatasi rapidamente in un immenso sit-in, un raduno spettacolare durato dalle 8.00 alle 16.00. E durante queste otto ore, i manifestanti hanno tenuto l’”assedio” di Algeri, facendo penare l’apparato repressivo del regime.